Antonino Fedele


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Società Civile

Opere proprie

Opere proprie                                                                                    



Antonino Fedele
, Società civile
(Testo di educazione civica per le scuole secondarie ed artistiche di ogni ordine e grado)


Editrice: Vannini.
Pubblicazione: Brescia, 1^ ediz. 1978; ristampa 1980, 2^ ediz. 1980, I ristampa 1983.
Descrizione fisica (II ediz.): p. 368, cm.15,5x21.


Premessa dell’autore alla prima edizione.


    
L’intendimento di queste pagine è quello di offrire sia ai docenti che ai discenti una semplice traccia, la più proficua possibile, per l’insegnamento dell’«educazione civica» alla quale, dato il contributo che tale disciplina conferisce nella fase formativa del cittadino, si dovrebbe assicurare un posto di assoluta preminenza.
    E’ vero che si dovrebbe trattare di «educazione al civismo» e non di una «materia che si insegna» in quanto essa è piuttosto il risultato di un certo modo di insegnare, di un certo tipo di attività educativa; ma, anche a volerla ritenere un insegnamento, spesso purtroppo viene tenuta in scarsa considerazione e la si pospone a qualsiasi altra disciplina, pure indispensabile, tradizionalmente compresa nei vari piani di studio per le scuole di ogni ordine e grado.
    Non è la prima volta che, al termine di un qualsiasi corso di studi, il giovane che si affaccia al mondo del lavoro e si accinge ad assumere direttamente la sua parte attiva nel tessuto sociale, si viene a trovare di fronte ad una serie di difficoltà di ordine pratico, se non addirittura esistenziale, dovute soltanto all’ignoranza di certe istituzioni e di certe norme che, in una società organizzata, anche se in continuo divenire, stanno alla base del vivere civile.
    Queste esigenze, talvolta sentite anche tumultuosamente durante il corso degli stessi studi, possono e devono essere soddisfatte mediante un’opportuna presa di contatto con tale materia la quale, peraltro, presenta mille occasioni di relazioni con qualsiasi altra disciplina che in essa dovrebbe trovare il suo coagulo, purché tali occasioni si sappiano cercare e si vogliano trovare.
    Prima ancora che sia il discente a proporre disorganicamente la comprensione dei problemi del nostro o di altri popoli, di questo o di altri tempi, è doveroso guidarlo, con onestà di intenti e chiarezza di idee, intrattenendolo e avviandolo prima di tutto alla conoscenza dell’organizzazione del corpo sociale in cui egli vive non tralasciando adeguati e graduali riferimenti alla realtà sociale europea e degli altri continenti. Infatti, soltanto da ciò potrà discendere, attraverso opportune differenze ed analogie, la comprensione più esatta e più vera dei vari problemi che vedono impegnati tutti i popoli della Terra, in ogni tempo ed in ogni luogo; ma soprattutto si verrà così ad evitare il pericolo che, viceversa, è giocoforza derivi dalla confusione, la quale spesso riduce il cittadino ed essere inerme vittima della propria ignoranza, quando, peggio, non lo diventi della demagogia dei suoi stessi simili.
    Per la prima e la seconda parte di questo lavoro non ho trovato fonte più idonea del testo della stessa Costituzione della Repubblica Italiana che molti sanno esistere ma che, purtroppo, pochi leggono e pochissimi meditano. Forse, nella vana speranza di trovare altrove magiche formule risolutive di tutti i problemi che angustiano questo mondo, non si tiene sufficientemente presente che essa è l’opera che compendia in sé tutti gli sforzi degli uomini migliori del nostro secondo Risorgimento e che, pertanto, costituisce un documento di fondamentale importanza morale, civile e politica, aperto, fra l’altro, com’è a tutte le istanze di carattere sociale che caratterizzano il nostro tempo.
    Per questo non ho esitato a proporre un contatto diretto con tale testo le cui tematiche, ancorché in termini schematici, vengono qui riviste e svolte in forma molto semplice. E ciò per potere offrire non l’austerità della trattazione scientifica e per ciò stesso lontana dalla simpatia di moltissima parte dei lettori «non addetti ai lavori», ma la vivacità quasi della domanda e della risposta, entrambe molto concise e nello stesso tempo aperte ad ogni riferimento, ad ogni collegamento e ad ogni approfondimento che il singolo caso man mano richiede.
    Per la terza e quarta parte ho tentato di riassumere i contenuti essenziali delle numerosissime disposizioni che regolano tali settori, riducendoli, analogamente, alla medesima semplicità formale in modo da dare al lettore un minimo di possibilità di orientamento nei rispettivi argomenti. Infatti, ritengo che il possesso di una certa informazione sull’organizzazione dell’istruzione e su quella del lavoro rivesta un’importanza rilevante sia per i più giovani che per i meno giovani, dal momento che si tratta di due settori ai quali è interessata direttamente la quasi totalità dei cittadini.
    Sarò, pertanto, grato ai Colleghi se vorranno accogliere questo lavoro nelle sue giuste dimensioni e sapranno proporlo ai loro discenti non come qualcosa oltre la quale non ci sia più nulla da dire o da apprendere, ma solamente come uno spunto di orientamento e di riflessione, pretenzioso nei suoi contenuti, ma affettuoso nelle sue intenzioni.

Brescia, 2 giugno 1978



Prefazione dell’autore alla seconda edizione.


    L’attività legislativa e regolamentare intervenuta negli ultimi tempi, dal momento che è destinata ad avere un’incidenza profonda sulle istituzioni sociali sia nell’ambito nazionale che internazionale, mi ha indotto a procedere di già ad una riedizione di questo lavoro che, peraltro, nel breve volgere di soli due anni dalla sua prima apparizione ha incontrato tale favore da andare ben oltre le sue pretese iniziali, tanto che è stata esaurita anche la ristampa della prima edizione.
    Com’è noto, la materia qui trattata è suscettibile di modificazioni continue intimamente legata al divenire delle stesse istituzioni che, a loro volta, sono l’espressione del grado di civiltà raggiunto dall’uomo giorno dopo giorno. E’ per questo che solo in parte sciolgo la riserva fatta a suo tempo, rimandando ad altre edizioni ogni ulteriore aggiornamento a mano a mano che se ne ravviserà la necessità. Qui ho provveduto a rivedere il testo di alcuni paragrafi ed a trattare quegli argomenti di carattere socio-economico e politico-istituzionale che di recente sono venuti a maturazione; inoltre, ho riportato in appendice il testo integrale del «Nuovo diritto di famiglia» e quello dei «Patti Lateranensi» la cui importanza nella storia italiana dell’ultimo mezzo secolo e del prossimo futuro non è certo di scarso rilievo.
    Intanto ritengo doveroso esprimere un vivissimo ringraziamento a tutti coloro (Colleghi, discenti, pubbliche Autorità, operatori sociali, comuni lettori e lo stesso Editore) che si sono compiaciuti di accogliere questa pubblicazione con benevolenza e che mi hanno incoraggiato con i loro lusinghieri apprezzamenti, i loro utilissimi consigli ed i loro preziosi suggerimenti.

Brescia, 5 maggio 1980



N.B. – Su questo lavoro hanno scritto:

dott. Alfonso Mingrone, Provveditore agli Studi di Taranto, nella lettera in data 9 gennaio 1979 inviata all’Autore: «[…] Se anche, come Ella stessa ha rilevato, l’educazione civica non costituisce materia programmatica a sé, ma è quasi un’appendice dell’insegnamento della storia, bene ha fatto Lei, quasi precorrendo i tempi, ad elaborare un testo, che, nella sistematicità dei suoi contenuti, vuole raggiungere il fine di offrire una serie di occasioni e di provocazioni che consentano di sviluppare nei giovani non soltanto l’educazione all’inserimento nella società, secondo una finalità più propria dell’educazione civica, promuovendo in essi la consapevolezza del diritto alla critica della intera civiltà e la capacità di esercitarla all’interno delle istituzioni democratiche, ma, ancora di più, l’educazione all’esercizio dei loro diritti e doveri di operare con spirito innovativo, secondo una finalità più propria dell’educazione politica, che è educazione alla partecipazione per l’innovazione, attraverso lo sviluppo della coscienza storica, della volontà di impegno e della capacità di programmazione innovatrice. […]».


«Giornale di Brescia» del 27 febbraio 1979: «[…]. Benché si tratti di un testo ad uso delle scuole secondarie ed artistiche di ogni ordine e grado, esso potrebbe ben figurare in qualsiasi biblioteca privata e pubblica. Infatti, oltre ad offrire ai discenti una traccia, la più proficua possibile, per l’insegnamento della cosiddetta «educazione civica», una materia purtroppo ostica, che invece dovrebbe occupare un posto di assoluta preminenza, l’opera del Fedele illustra ampiamente ed esaurientemente certe istituzioni e certe norme che in una società organizzata, anche se in un continuo divenire, stanno alla base del vivere civile. Si va dal testo della stessa Costituzione della Repubblica Italiana, che molti sanno esistere, ma che, purtroppo, pochissimi meditano, ai contenuti essenziali delle numerosissime disposizioni che regolano i vari settori della nostra vita, primi tra questi, l’istituzione e l’organizzazione del lavoro, senza escludere l’attività dei vari enti assistenziali. Esposti in maniera chiara ed assai semplice, i vari argomenti sono disposti in modo tale da servire a qualsiasi cittadino per orientarsi facilmente.[…]».


prof. Alberto Albertini, già preside di ruolo nelle scuole secondarie di secondo grado statati, incaricato di epigrafia e di storia romana presso l’Università Cattolica del S. Cuore, sede di Brescia, nella lettera in data 3 giugno 1980 inviata all’Autore: «[…] Ho letto con interesse l’ampia e ordinata trattazione dell’importantissima e complessa materia che Lei ha esposto con tanta precisione e chiarezza. Penso che un libro come il Suo non sia utile solo ai docenti, ai quali è destinato, ma anche a molti che sono fuori della scuola e anche dopo che si sono formati come cittadini, non foss’altro per le informazioni che può ricavarne su settori della vita sociale e delle attività pubbliche. Naturalmente, l’utilità maggiore, oltre che per i discenti, sarà per i professori, i quali, oltre ad avere una guida nell’insegnamento dell’educazione civica, troveranno raccolte e ordinate preziose notizie su alcuni campi della loro stessa attività, che per solito si conoscono poco o non si conoscono affatto. […]».


prof. Emauele Severino, filosofo, ordinario di filosofia teoretica presso l’Università degli Studi «Cà Foscari» di Venezia, nella lettera in data 21 giugno 1980 inviata all’Autore: «[…] Si tratta di un lavoro scolastico concepito in modo da poter essere utilizzato da una gamma molto ampia di studenti, e costruito con una lucidità, competenza ed efficacia che mi sembra abbastanza raro trovare in questo tipo di lavori. Particolarmente interessante, anche ai fini del successo commerciale del lavoro, è il suo carattere di strumento tecnico che non indulge a superfetazioni di carattere ideologico e che quindi si presta ad essere utilizzato in forma di interpretazione ideologica sviluppata dal docente. […]».


m.o Spartaco Pedrazzoli, insegnante elementare, sindaco di Quistello, da Quell’educazione diventerà più…civica; una materia ancora relegata al ruolo di ‘cenerentola’, apparso sulla «Gazzetta di Mantova» il 29 gennaio 1982: «Uno stimolo per lo studio di questa disciplina proviene dalla recente pubblicazione del volume Società civile [2^ ediz.] del prof. Antonino Fedele. L’araba fenice, ecco la mitica figura che spunta puntuale nella mente ogni qualvolta si pensa all’educazione civica. […]. La trattazione della vasta materia non indulge a vacui schemi ideologici, ma è finalizzata soltanto a dare una chiara informazione dei fondamenti e degli ordinamenti che fanno di un popolo una comunità di uomini liberi. Essa è svolta con rigore scientifico ed è completata dalle necessarie indicazioni bibliografiche. Il testo sinteticamente è funzionalmente strutturato per una rapida consultazione, grazie anche alla particolare impostazione tipografica. […]»





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